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A Verona, Palazzo Maffei custodice un’affascinante Casa Museo, che rappresenta un punto di riferimento per tutti gli amanti dell’arte, è composta da un ampio percorso espositivo tra arte antica e moderna, grazie al connubio tra una ricercata raccolta d’arte e l’atmosfera suggestiva del Piano Nobile di uno dei più scenografici edifici seicenteschi di Verona.
Le proposte che offre Palazzo Maffei sono sorprendenti e spaziando dall’arte dell’ultimo secolo e alle opere invece più moderne ed innovative.
Casa Museo rappresenta un’iniziativa culturale promossa da Luigi Carlon, imprenditore e collezionista veronese, da un’idea museografica di Gabriella belli con contributi scientifici di Valerio Terraroli ed Enrico Maria Guzzo.
La Fondazione Cariverona C-Art-off-LINE a cura di Mirko Rizzi, offre un progetto d’arte in collaborazione con Palazzo Maffei-Casa Museo, Il cui scopo è quello di far riflettere sul modo in cui l’arte odierne viene iper-esposta nella società, cercando così nuove modalità d’espressione.

“La stanza”, opera di Elia Cantori nella Casa Museo

Tra questi percorsi troviamo nella vetrina al piano terra della Casa Museo, un’immagine fotografica dell’opera “la stanza” dell’artista Elia Cantori, rappresentazione raffigurante una sfera di cemento di 90 cm di diametro con una maniglia sulla sua superficie, ricavata dalla demolizione dello studio dell’artista a Londra. La sfera si trova al centro di una stanza ed è illuminata da un neon, anch’esso facente parte dell’opera; il senso di quest’ultimo è costringerci a relazionarci con ciò che pensiamo di sapere e l’indefinibile.
Date le circostanze causate dalla pandemia, l’opera può essere soltanto vista mediante rappresentazione fotografica, è importante però trovare un modo che ci possa permettere di interagire con questo tipo di prodotto artistico, comprendendone il significato.

Attraverso contenuti fisici e materici come la stampa, la fotografia e la tipografia, C-Art-Off-LINE ricolloca le opere attraverso la loro immagine reinterpretata, in uno spazio reale, tangibile e riconducibile ad un reale spazio espositivo, a contatto con il pubblico.

Una sorta di provocazione che risponde ad un periodo così duro e ostico, soprattutto per realtà come quelle artistiche che risentono più di altri l’assenza di pubblico.

L’artista

Elia Cantori è un giovane artista italiano, nato nell’84 ad Ancona, dove vive alternandosi con Londra. Ha studiato Arti Visive presso il Goldsmiths College e la Slade School of Fine Art di Londra e completato i suoi studi in Italia tra Como e Torino.
L’interesse per i processi naturali e fisici o chimici attui a trasformare la materia in altro, sono la firma d’autore di Elia Cantori.
L’artista intravede concetti assoluti come spazio ed energia, facenti parte del naturale processo creativo per fare arte oltre che concetti base della scienza.
“Per uno scultore ed uno scienziato la materia è alla base di tutto, varia solamente la ricerca con la quale si definisce e di frutta” queste parole riassumono la mentalità creativa del giovane scultore.
La sua ideologia di arte, trasporta l’osservatore in un viaggio pluridimensionale che rimane di fatto chiuso in una forma, in questo caso la sfera nell’opera “La stanza”.
Il lavoro che si è poi concretizzato con la sfera in questione, cerca di utilizzare il suo luogo di produzione (il suo studio) come una sintesi spaziale, che vede trasformare uno spazio così intimo come quello dove le sue opere trovano la vita, in trasposizione di soggetto ed oggetto della sua arte.
La sfera che vediamo al centro della stanza, è ricavata dalla compressione dei materiali ricavati dalla demolizione del suo studio a Londra, costituisce un importante segno di svolta per la sua ricerca, grazie ad esso infatti, l’artista ha avuto l’ispirazione per dare alla luce svariati lavori a tema.