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La Sala Morone di San Bernardino a Verona è una delle stanze più belle d’Italia. La stanza è stata decorata con pietre preziose, metalli e sculture in legno secondo un disegno dell’artista rinascimentale Andrea Mantegna realizzato tra il 1457-1460.

L’opera

Il tema di quest’opera è il Paradiso cristiano, che i poemi della “Divina Commedia” scritti da Dante Alighieri hanno ispirato – anche se Mantegna non conosceva l’italiano.

La storia si svolge su pareti dipinte, su pilastri e su cassettoni del soffitto che sono principalmente d’oro. Solo alcune parti sono ancora visibili oggi perché sono state coperte per secoli per la propria protezione. Tuttavia sono state riscoperte solo recentemente durante i lavori di restauro fatti perla più importante mostra internazionale mai organizzata in Italia: il “Paradiso di Mantegna” ospitata dai Musei Civici di Verona dal 13 maggio al 16 settembre 2012.

La sala fu originariamente costruita per ordine della Marchesa di Carrara, Bartolomeo II Morone tra il 1448-1460 in stile gotico. Nel 1468 divenne proprietà del comune e decisero di trasformarla in una cappella dedicata a San Bernardino da Siena con un altare ad ogni estremità che rappresenta il Paradiso e l’Inferno

Un pizzico di storia

Nel 1513 il Consiglio Vescovile decise che questo spazio sarebbe diventato un luogo d’incontro per frati appartenenti a diversi ordini tra cui Domenicani (per i quali San Bernardino è il loro patrono), Francesi calzolari e Ferraboschi. Nel 1515 Papa Leone X decise di concedere la sala ai frati domenicani di Verona.

Nel 1545 i frati decorarono la parte superiore delle pareti con una serie di affreschi che rappresentano profeti, monaci e dottori che erano importanti rappresentanti del loro ordine: Giovanni Battista, Ambrogio, Girolamo, Agostino e Francesco – tra gli altri

L’affresco più famoso è probabilmente quello dedicato a Gioacchino (marito di Maria) mentre pregava in un bosco sotto un grande albero. Questa scena ci porta nel Paradiso stesso dove ci sono Adamo ed Eva rappresentati da graziose figure insieme ad angeli che suonano musica su bellissimi strumenti. L’intera opera si svolge all’interno di un antico arco sostenuto da due colonne che ha un aspetto gotico ed è visibile ancora oggi Nel XVII secolo la stanza fu lasciata in uno stato di abbandono e non ebbe più alcuna funzione. Venne usata per diversi scopi tra cui nuove opere che vennero poi rimosse nelle proprie case da illustri proprietari di collezioni private. Tuttavia ci sono alcuni affreschi che sono sfuggiti alla distruzione grazie a questo periodo di abbandono.

Questi affreschi furono purtroppo distrutti dall’esercito austriaco durante la loro occupazione triennale di Verona dopo la caduta della Repubblica Veneziana nel 1797

I lavori di restauro iniziati nel 2000 sono riusciti a recuperare solo alcune parti di questi magnifici dipinti, come quelli di Giovanni Battista e Gioacchino. Purtroppo non esistono nemmeno foto o schizzi per ricordare gli affreschi originali del soffitto – che probabilmente rappresentavano episodi della Genesi; Paradiso; Inferno; Purgatorio.

Quando vederla

I lavori di restauro sono continuati e recentemente, grazie ai fondi forniti dall’Istituto Nazionale di Apprendistato e Formazione Professionale e dal Fondo Sociale Europeo, sono stati rivelati almeno due episodi: Inferno e Paradiso.

Questa è una di quelle opere d’arte che bisogna visitare almeno una volta nella vita ed è per questo che il 22/01/2022 sarà possibile visitarla ed emozionarsi per questa eccellenza italiana.