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La diffusione del covid non fermerà la meravigliosa e complessa iniziativa che ogni anno, al 1 marzo alla prima settimana di maggio, è promossa dall’Assessorato delle pari opportunità del Comune di Verona, insieme a numerosi enti privati e non, e che propone come figura centrale quella femminile, prendendo spunto dalla giornata dedicata alla festa della donna, dove si concentrano la maggior parte delle attività proposte.
Si tratta di un susseguirsi continuo di eventi culturali, che comprendono personalità di primo piano dell’università e del giornalismo italiano, così come artiste di fama internazionale nell’ambito della danza, della musica e del teatro.
Alternando esperienze in loco ed altre attraverso piattaforme web, è stato comunque possibile allestire un programma di tutto rispetto, capace di arricchire con argomenti del passato, del presente e del futuro il dibattito sempre attuale sul ruolo della donna all’interno della società, evidenziando le problematiche così come i passi avanti compiuti nel corso del tempo.

I laboratori didattici e gli spettacoli

Il programma della manifestazione “Ottomarzo. Femminile, plurale” a Verona inizia il 1 marzo proprio con un interessante laboratorio didattico dall’evocativo titolo “Belive in yourself”, prodotto dal Dipartimento di Scienze umane, rivolto a 25/030 studentesse ed incentrato sul tema sempre presente del body shaming e del concetto di body positive.
Con il passare dei giorni troviamo altre promettenti iniziative di questo tipo, come le installazioni ed i pannelli didattici di “Donna, dama, dea”, omaggio a dame storiche del passato e alla loro personalità significativa, oltre che alle donne del presente che potranno portare anche i propri bambini, i quali potranno divertirsi con ludiche attività.
Altrettanto suggestivi sono gli spettacoli teatrali e musicali organizzati, il primo intitolato “Qual piuma al vento”, libero adattamento di Nicolaij con quattro umoristici, surreali e drammatici monologhi incentrati su tutto ciò che ruota attorno all’universo rosa, il secondo chiamato solo “Donna”, un evocativo concerto di fiati, tastiera, percussioni e basso.

Le conferenze

La parte più cospicua del festival è certamente quella incentrata sulle numerose conferenze che ogni giorno si susseguono incessantemente, toccando più o meno direttamente tutte le tematiche delicate legate al progetto.
Si tratta soprattutto di incontri on line, che trattano argomenti più intimi come la gestione dei conflitti o l’empatia e la resilienza, dal titolo “Quando la fine è un inizio”, il ruolo della donna nel mondo antico tra arte e storia, gli stereotipi di genere, con il prezioso intervento di figure di spicco nel mondo della psicologia e della giurisdizione, come Anna Fiscale, presidente del QUID, o Francesca Briani, assessore alle pari opportunità.
Interessante è lo spazio dedicato alla figura femminile nel corso della pandemia in relazione al contesto lavorativo, periodo nel quale sono state moltissime le lavoratrici a perdere il proprio posto.
Con titoli come “Professioni e pandemia, riflessioni al femminile”, “Parità di genere ai tempi del covid” e “Il punto delle donne sull’inner wheel sul lavoro di oggi” è possibile aprire un acceso dibattito sull’imparzialità di genere circa il trattamento dei dipendenti nelle aziende, creando un tavolo di discussione che possa cercare delle soluzioni pratiche da attuare in merito, anche grazie alla presenza di figure politiche che potrebbero poi intercedere nelle sedi più opportune.
Nota di colore, un’interessante conferenza dal titolo “L’allattamento spiegato ai papà”, tema spesso controverso e fonte di imbarazzo per molte madri, che invece dovrebbe essere sviscerato e reso quanto più naturale possibile, per rendere l’esperienza un bel momento e non una condizione di disagio.

Il programma dell’8 marzo

Essendo la giornata centrale del progetto, le attività coinvolgono tutte le ore, permettendo in primo luogo l’accesso gratuito a ogni donna nei musei e monumenti cittadini, largamente presenti in una città d’arte come Verona.
Si prosegue con un interessante cortometraggio intitolato “La gabbia”, con la funzione di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne.
A livello istituzionale, inoltre, è prevista la titolazione di cinque rotatorie di Corso Milano ad altrettante figure femminili di spicco della città.
Terminano questo significativo 8 marzo incontri artistici e musicali, incentrati sulle avanguardie dei primi anni del 1900 e sul ballo spagnolo del flamenco, in una piacevole serata danzante.